A cura di Amerigo Brunetti.

 

Anche questo è veramente interessante.

E’ venuto ad allenarsi Massimiliano. Laureato in scienze motorie, massoterapista ed ex atleta di Pesistica Olimpica.

Conosciuto ad un corso di Natural bodybuilding lo scorso settembre, abbiamo fatto alcuni coaching pratici per l’impostazione tecnica sugli esercizi base, aggiungendo un focus sulla logica del Punti di Contatto.

Massimiliano lamenta difficoltà nel costruire i dorsali, accompagnata da dolore alla spalla (conflitto subacromiale). Poca mobilità ARTICOLARE nonostante gli anni di pesistica.
Difficoltà (e dolore) nei movimenti overhead.

Dopo un’oretta spesa sullo Stacco da Terra, ci approcciamo ai dorsali.

Ecco il video di una serie: rematore con manubrio.

 

 

Guardiamo con attenzione. Cosa accade nel primo tratto di salita?

Anzi, cosa accade appena prima che il manubrio si stacchi dal supporto?

ABDUZIONE della scapola. La scapola scappa fuori trascinandosi avanti la spalla, che quindi si antepone.
Suggerisco di riguardare il video per notare il dettaglio: appena Massimiliano tira a sé il manubrio, è come se questo “tirasse giù” la spalla.

Questo è il motivo (o uno dei motivi) per cui Massimiliano ha dolore alla spalla e non riesce a costruire i dorsali: scarso controllo scapolare e scarsa coordinazione tra i vari distretti.
C’è qualcosa che si attiva e non dovrebbe attivarsi.
C’è qualcosa che NON si attiva e invece dovrebbe attivarsi.

Soluzione?

“Adduci le scapole prima di partire”
“Usa i dorsali”
“Devi rinforzare trapezio e romboide”

NO! NO! Per carità!

IL MOVIMENTO NON SI CURA CON IMPOSIZIONI PRESTAMPATE.

IL MOVIMENTO NON SI CURA CON FOCUS SU MUSCOLI O PARTI DEL CORPO.

Dopo l’articolo sull’utilizzo dei Punti di Contatto per curare le asimmetrie, mi interessa mostrare come tale logica sia utile nell’operare sul comportamento delle scapole nei movimenti di remata / trazione.

 

LA LOGICA DEI PUNTI DI CONTATTO

 

Il fondamento alla base della logica dei Punti di Contatto prevede:

1- che il soggetto non impari una tecnica che gli viene imposta, ma maturi in autonomia il movimento più efficace e sicuro per sollevare il dato carico.

2- che il soggetto costruisca la tecnica a partire da come il suo corpo si relaziona al mondo esterno. Come sistema unico, intero, e non diviso in settori.

3- che durante l’esecuzione il soggetto riponga attenzione nel Punto di Contatto tra interno ed esterno.
Nel caso del rematore con manubrio, il Punto di Contatto è dove la mano appoggia contro il manubrio.

Bisogna percepire che la mano, in partenza, aumenta gradualmente la pressione contro il manubrio, mantenendola poi inalterata dopo il distacco da terra del manubrio.

Se si pone il focus su quel punto (o quei punti), col passare del tempo il corpo sarà in grado di riscrivere i pattern motori, costruendo a cascata un movimento sicuro ed efficace e COORDINANDO i vari segmenti corporei affinché questo accada.

 

CURARE L’ERRORE

 

Torniamo a Massimiliano: l’errore si manifestava in una abduzione scapolare con anteposizione della spalla durante la tirata.

Secondo quanto abbiamo appena visto, la soluzione è far focalizzare Massimiliano sul Punto di Contatto mano-manubrio.
TUTTA la mano (le dita) genera pressione crescente sul manubrio fino al momento del suo distacco, mantenendola poi tale durante la salita.

Non c’è imposizione esterna, né riferimento al movimento da compiere: gli insegno a generare pressione e la correzione viene da sé.

L’effetto è questo:

 

 

Si noti, paragonandolo con il primo video, il comportamento COMPLETAMENTE differente del blocco spalla/scapola.

Nel video ho volutamente lasciato una ripetizione “sbagliata” (la prima nel video), prima che iniziassi a intervenire.

Durante la 4° ripetizione del video vediamo un accenno di DEPRESSIONE scapolare e retroposizione della spalla ad inizio movimento, con chiaro intervento del Gran Dorsale.
Vi posso assicurare che a Massimiliano non è stata fornita alcuna indicazione a riguardo.

Il corpo ha scelto quella via come preferenziale, una volta che si è trovato di fronte ad input adeguati.

Abbiamo poi registrato un’ulteriore video quando, dopo varie serie eseguite in questo modo, Massimiliano aveva automatizzato il focus sul Punto di Contatto.

Ecco qui:

 

Si notino due cose:

1- Il movimento di anteposizione della spalla e abduzione scapolare sono quasi scomparsi, o comunque molto limitati rispetto al video di partenza (vi invito a riguardarlo).

2- Mi focalizzo sul far percepire a Massimiliano anche l’appoggio del MIGNOLO in trazione contro il manubrio, punto fondamentale per vedere un Gran Dorsale ben attivato.

L’esecuzione estremamente lenta dell’esercizio risulta necessaria (in una prima fase) per un apprendimento chiaro. Col passare del tempo, questo movimento diventerà automatismo anche con velocità maggiore.

 

CONCLUSIONE

 

Si comparino infine le foto: la prima rappresenta una posizione istintiva, dove devo “tirare” qualcosa verso di me. Eventualmente ricercando lavoro sui dorsali.

La seconda vede un prepararsi a generare pressione contro il manubrio, con AUTOMATICO reset della posizione della schiena (ora in posizione fisiologica) e dei piedi (altro punto di appoggio che conferisce stabilità).

I pattern motori acquisiti da Massimiliano durante la seduta si traducono in un automatico setup a schiena “rettilinea” e perfetta stabilità in caso di carico elevato.

 

 

 

La logica dei Punti di Contatto si sta rivelando una chiave utilissima nell’insegnamento di movimenti con sovraccarico.

L’obbiettivo è mettere il soggetto in condizioni di costruire un movimento perfettamente fisiologico, cucito addosso alle caratteristiche individuali.


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