Mi rendo benissimo conto di come l’argomento DOPING sia stato ripetutamente violentato in ambito palestra, rendendo quasi ridicolo ogni tentativo di pulire il mondo dei pesi da una piaga apparentemente inestinguibile.

Però, in tutta sincerità, credo che con le giuste risorse si possa fare molto. Moltissimo.

Vi invito a leggere questo scritto senza pregiudizi, dall’inizio alla fine, dando credito ad un gruppo di persone che ha deciso di investire tempo e risorse (SOLDI) in una lotta a favore della salute degli atleti.

C’è qualcuno che ci crede seriamente, che sta mobilitando mari e monti per fare qualcosa in virtù di un ideale sportivo.

Amerigo

 

 

Un progetto a cura di Filippo Marchesi.

 

Quello che vi vado a presentare è un unicum in Emilia Romagna e forse anche in Italia.

Il progetto Prometeo è stato studiato in collaborazione con il Centro Regionale anti-Doping della regione Emilia Romagna e con l’Ausl di Reggio Emilia.
Partendo dall’idea suprema di prevenzione della salute degli atleti che versano lacrime-sudore-sangue per perpetrare la causa sportiva, abbiamo coordinato un progetto di ricerca estremamente avanzato che ci consentirà negli anni di dare, auspicabilmente, una svolta al movimento.

Immaginate che il vostro allenatore un giorno vi porga un contratto, un Codice Etico, che vi chieda di mettere la firma sul fatto che vi atterrete ad una linea di comportamento che sia degna di ogni sportivo e che, se questo contratto non fosse onorato, sareste messi al bando dalla società.
Firmereste?

Questa è la scommessa che Amerigo ha voluto fare con il mio aiuto.
Abbiamo creato un progetto che, per esigenza e trasparenza, doveva sorgere parallelamente a La Forza. Doveva avere vita propria, svincolata totalmente dalla società sportiva.
Qualcosa di esterno al “contenitore” ma determinante la qualità del “contenuto” e che ci aiutasse a studiarlo, approfondirlo e migliorarlo.

 

CODICE ETICO

 

Oltre alle analisi che svolgeremo, alle quali arriverò dopo, preme anzitutto fare luce sul contratto con gli atleti. Direttamente ispirato al Codice Etico proposto dalla regione Emilia Romagna per il circuito delle “Palestre che promuovono la Salute”, esso ha l’intento di essere un vincolo necessario per poter far parte de La Forza, l’unica squadra ai vertici – contemporaneamente – nei campi del Natural Bodybuilding e del Powerlifting.

Il Codice crea un binario etico-morale sul quale far scorrere le prestazioni e le vite sportive degli atleti che gareggeranno per La Forza. Il contratto viene firmato su base VOLONTARIA ed è NECESSARIO per poter gareggiare sotto il nome de La Forza in ambiti agonistici.

Il meccanismo è molto semplice: non vuoi firmare? Ok, non potrai fare parte dalla squadra.
Non ti attieni deliberatamente al Codice? Sei fuori.

Per quanto possa apparire banale o irrilevante, il Codice Etico pesa come un macigno sulle teste di atleti e allenatori perché in un caso rischi di essere estromesso dal gruppo che ti ha portato dove sei arrivato ora, dall’altro rischi di perdere atleti, magari anche forti, in virtù di un regolamento che ti sei autoimposto e sul quale hai dato la tua parola.
Il Codice Etico è composto da vari punti che vanno dai minimi principi di inclusione e rispetto all’interno della pratica sportiva, alla promozione di stili di vita sostenibili e compatibili con la salute.

 

 

PREVENZIONE AL DOPING

 

Il Codice obbliga chi lo sottoscrive ad accettare di aderire ad un programma di prevenzione al Doping e di salvaguardia e monitoraggio della salute. Arriviamo così al cuore del progetto Prometeo.
Ogni atleta gareggiante deve accettare di essere sottoposto fino a SEI (6) esami a stagione sportiva su matrice ematica ed urinaria.
Specifico: SEI esami in una stagione, in doppia matrice (sangue e urine).

Gli esami andranno a saggiare vari parametri ematologici, fisico-chimici e ormonali. I prelievi (sangue e urine) saranno effettuati presso centri esterni a La Forza da personale autorizzato dell’Ausl di Reggio Emilia, le analisi saranno effettuate in laboratori del Centro Regionale anti-Doping secondo protocolli volti a garantire la qualità, l’attendibilità e la riservatezza dei risultati.

La valutazione dei risultati analitici, la somministrazione di test ed eventuali visite aggiuntive, saranno effettuate solo ed esclusivamente dalla commissione del Centro Regionale anti-Doping in collaborazione con l’Ausl di Reggio Emilia. La Forza avrà come ruolo solo quello di fornire gli atleti ed indicare quali siano i campioni delle varie discipline, così che essi siano i primi ad essere testati SEMPRE con tutti e sei i prelievi concordati.

Un’altra quota di atleti sarà testata a random o a scelta secondo criteri stabiliti dalla commissione valutante. Eventuali decisioni riguardo esclusione o sospensione degli atleti dalla squadra a causa di anomalie o per richiesta di ulteriori approfondimenti saranno esclusivamente disposti dalle autorità del Centro Regionale anti-Doping e dai medici dell’Ausl di Reggio Emilia.

In aggiunta a tutto questo, come se non fosse già abbastanza, abbiamo creato un network di analisi e condivisione dati anche con il Servizio Dietistico dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, al fine di condurre alcune analisi su atleti di punta. L’idea è quella di approfondire il pacchetto di nozioni sul tema del calo di peso nei periodi pre-gara e di come questo possa influire sulla performance, alla luce di quanto già visto su vari atleti della squadra.

È ovvio che, per quanto ci piacerebbe farlo, al momento non ci è possibile sottoporre il 100% dei tesserati a queste visite di controllo, i costi sarebbero insormontabili. Ma che si tratti di 10 o 20 atleti, è un messaggio positivo e mi auguro condivisibile per i movimenti del Natural Bodybuilding e per il Powerlifting.

In ultima istanza, mi preme precisare che no, non si tratta di analisi antidoping. Si tratta di prevenzione al doping.
Non verrà eseguito alcun riconoscimento delle eventuali molecole in spettrometria di massa (metodo laboratoristico necessario per il riconoscimento certo dell’agente dopante eventualmente assunto), pertanto i medici, in caso di sospetta positività, non potranno effettuare denuncia con conseguenza penali (art. 9 ex L. 376/2000), come previsto dalla normativa antidoping.
Questo è il compito di organi specifici, noi ci accontentiamo di tutelare i ragazzi dalla facile e stupida seduzione del doping.

Vista e considerata la natura della analisi, non possiamo nemmeno escludere delle positività a determinati analiti in caso di accertamenti effettuati da organi come la WADA, poiché il panel di sostanze sondate dall’ente antidoping internazionale è decisamente più ampio e specifico dell’analisi indiretta dell’uso di sostanze dopanti che andremo ad effettuare.

Ma la perfezione non è di questo mondo, giusto? Un passo nella giusta direzione ha già un enorme valore per me (come delegato ufficiale e Responsabile del progetto) e per tutti coloro che fanno parte di questa Squadra.

Vorrei ringraziare per l’interesse profuso e per l’enorme aiuto nella realizzazione di questo nobile progetto:

  • Dott. Gustavo Savino, della medicina dello sport di Modena e, nella sua figura, tutti i professionisti del Centro Regionale antiDoping;
  • Dott. Marco Poli e Dott. Gianni Zobbi, della medicina dello sport di Reggio Emilia
  • Prof. Massimo Pellegrini, dell’Università di Modena e Reggio Emilia ed il Dott. Salvatore Vaccaro, del Servizio Dietistico dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia.

La salute va garantita e MONITORATA, questo è il primo mattone per poter dichiarare guerra al doping nelle sue più disparate declinazioni.


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