A cura di Amerigo Brunetti.

 

Vogliamo andare al Mister Olympia rimanendo completamente Natural.

Impossibile?

In questo articolo vi spiego come: strategie, concetti, logiche allenanti.

 

La PARTE UNO è dedicata ai modelli, alla logica e alla tecnica.
La PARTE DUE è dedicata agli schemi allenanti, alla matematica e alle progressioni.

Capitoli – PARTE UNO:

1.  Babacar

2.  Natural
2.1.  No room for error
2.2   Minimalism
2.3   As much as possible

3.  La Preparazione
3.1   Fondamentali semplici
3.2   Stabilità settimanale
3.3   Apprendimento motorio (LIF)

4.  Sulla Tecnica
4.1   Talento
4.2   Quantità di muscoli
4.3   Evoluzione tecnica

5.  La Tecnica attraverso il programma

 

 

— BABACAR —

 

 

Questo signore è Babacar Niang.

40 anni, lifetime drug-free.

È il Natural Bodybuilder più vincente nella storia di questa disciplina.

Nel 2015 la sua prima gara. La sua prima vittoria.

Quattro europei in Svizzera, uno dopo l’altro.

Nel 2017: mondiale portato a casa, categoria e assoluto.
Nel 2018: mondiale portato a casa, categoria e assoluto.

L’unico, nei 30 anni di storia della WNBF, ad avere vinto 2 Assoluti Bodybuilding.

Ma vogliamo di più. Serve il livello successivo per stare motivati.

Salutiamo tutti, si cambia aria: Parigi e poi Las Vegas. MUSCLEMANIA.

Babacar vince anche lì al primo tentativo.
A Parigi la giuria è paralizzata.
A Las Vegas nessun confronto regge.

Titolo mondiale e notte brava al Caesars Palace.

 

 

Al risveglio, dopo 5 anni in cui Babacar trasforma il palco in oro, il mondo Natural ci sta stretto.

Non i princìpi, non il vivere l’allenamento in modo pulito.
Quello è il nostro Credo.

Parlo del mondo dell’agonismo Natural: lì il nostro massimo obbiettivo è raggiunto.
E allora: o smetti, o cerchi nuovi orizzonti.

Stimoli, sfide, ambizione, atleti fenomenali, evoluzione personale.

Puoi continuare a fare il paggetto dove sei simpatico a tutti, dove tutti ti salutano alle gare, dove non sei neanche più un avversario poiché “imbattibile”.

Oppure puoi scegliere di sfidare ambienti in cui esordisci come l’ultimo.
Dove i tuoi avversari ti guardano “Stai bene bro”.
E finisce lì, perché per loro “Stai semplicemente bene”: non sei un fenomeno lì in mezzo.

Sei uno dei tanti, e devi SCALARE ANCORA per vincere.

Bene, abbiamo deciso che il prossimo obbiettivo è il Mister Olympia IFBB.
Rimanendo completamente Natural.

Categoria Classic Physique.

Strada dura, ostacoli imprevedibili, nuovi canoni, necessità di MOLTA massa muscolare aggiuntiva.

Molte braccia.

MA

Babacar is one-of-a-kind e oggi possediamo strumenti allenanti di un’efficacia strabiliante.

Roba forte, veramente.

Arrivare all’Olympia da Natural è quindi il nostro lavoro per i prossimi anni.

 

 

— NATURAL —

 

 

Per il sottoscritto, la scelta Natural non ha radici morali, né di salute.

Il Natural è una battaglia d’alto livello contro difficoltà logiche, biologiche, psicologiche e meccaniche.

Richiede lo sviluppo di intelligenza, di strumenti creati ad hoc per superare un problema.
Ad alto livello, serve una capacità di analisi molto accurata.

Questi fattori rendono davvero interessante il Natural, danno dignità all’allenamento e lo rendono un argomento trattabile in aule universitarie.

Il doping è banale, poco interessante.
Con la chimica gli allenamenti diventano un fattore poco rilevante.

E’ più l’impegno su dove rifornirsi di prodotti, piuttosto che cercare la qualità dell’allenamento.

Dunque nessun giudizio morale verso chi si dopa. Per me, è semplicemente un modo molto stupido di intendere l’allenamento.

 

UNA GRANDE OCCASIONE

 

Ci sono alcuni concetti su cui solo un Natural deve riflettere.

Ragionamenti che solo un Natural è costretto a fare.

Scogli logici.

 

 

1.  No room for error

 

 

Chi è Natural paga cari i propri errori. Le imprecisioni, le disattenzioni tecniche, i pressapochismi nella programmazione. Da Natural puoi sbagliare pochissimo.

Questa cosa è molto meno vera su chi usa anabolizzanti.

In base a quello che ho visto in questi anni, girando il mondo per gare e paragonando anche il tasso di crescita tra Natural e non-Natural, mi sono accorto chiaramente di come da Natural si possano raggiungere risultati eccezionali, sia a livello di sviluppo muscolare che in termini di prestazione.

MA:

da Natural è MOLTO, MOLTO, MOLTO meno probabile riuscire a raggiungere grandi risultati rispetto a chi usa anabolizzanti.

I segnali di STOP all’adattamento sono numerosissimi e sempre dietro l’angolo.

 

– ATTENZIONE –

Non è quindi una questione di puro potenziale, ma di probabilità che remano contro il raggiungimento del nostro obbiettivo. Gli incagli possibili sono molti e spesso si accavallano, rendendo molto complesso l’innesco ipertrofico sul lungo periodo.

Il Sistema Nervoso del Natural deve essere perfettamente calibrato, i livelli di stress sempre monitorati anche attraverso una coscienziosa analisi dei movimenti da parte dell’allenatore, che attraverso essi si rende conto dello stato dell’atleta.

Quindi, su qualunque Natural, gli strumenti utilizzati per strutturare il programma e monitorarne l’evoluzione devono essere sensibilissimi e perfettamente tarati.

Da Natural puoi diventare fenomenale ma devi sapere esattamente cosa fare.

 

2.  Minimalism

 

 

Less is more.

Quando strofini benissimo, e pulisci, e rimane solo ciò che conta, allora lì hai capito qualcosa.

Hai capito quello che non ti faceva capire.

E senza quel baco è diverso, perché Eccolo lì! Lo puoi prendere girare astrarre rendere geometrico.

Lo puoi duplicare.

Adesso è pulito.

Adesso capisci.

Adesso funziona.

L’arte del togliere il più possibile.

Minimalismo.

Il nocciolo fa silenzio.

Il Minimalismo è quella calma che si contrappone all’ansia di chi fa pesi.

Paura di non crescere, paura di perdere muscolo, il programma avrà effetto?

L’ansia è dubbio.

L’ansia è mettere dentro roba senza respirare. 

E così, facciamo stupidaggini colossali, eccediamo per paura di non riuscire.
Non ci fidiamo del programma.
Aggiungiamo cose, inseriamo esercizi, aumentiamo il lavoro specifico.

Ma cosa accadrebbe se lasciassi solo l’essenziale?

Abbi il coraggio di ridurre all’osso.

Spendi ore per semplificare.

Pulire. Pulire. Pulire.

Less is more.

 

3.  As much as possible

 

 

Voler migliorare il più possibile.
Voler crescere il più possibile.

Ti perderai.

Devi stabilire un obbiettivo tangibile, oggettivo.

Un obbiettivo ad ogni ciclo di preparazione.

Non dovrai ottenere meno di quello.

Non dovrai – ATTENZIONE !! – ottenere più di quello. Se sta per capitare, fermati e veleggia.

Può sembrare controproducente in certe situazioni. Effettivamente lo è.
Ma il mindset del “non andare oltre” ti predispone al dare valore agli strumenti. A improvvisare poco, all’essere soddisfatto se accade quello che vuoi tu e nulla di più.

Uno strumento allenante è pessimo, se il suo effetto è MAGGIORE di quello ricercato.

Uno strumento allenante è utile, se ti fa ottenere X quando cerchi X.

La chiave del lavoro di un allenatore sta tutta lì: creare strumenti AFFIDABILI.

Il tempo, e il continuo utilizzo di tali strumenti, ti faranno capire come ottimizzarli per ottenere di più rispetto alla volta precedente.

Ma ad ogni ciclo allenante, si porta a casa SOLO quello che ci si è prefissati.
Non un passo oltre.

Gli strumenti sono la chiave del capire qualcosa nel mondo dei pesi.
Usali, perfezionali, falli tuoi.

Non farti trasportare dall’incapacità del loro utilizzo.

Fermati quando hanno dato i loro frutti.

 

 

— LA PREPARAZIONE —

 

 

Ultima gara di Babacar: Novembre 2019, Las Vegas. Mondiali Musclemania.
Peso in gara: 81kg.

Ora: Febbraio 2021.
Peso: 90,5kg.

Obbiettivo prossima gara (fine 2021): 85kg.

Con un’altezza di 1,67cm, se conseguiamo il nostro obbiettivo otterremo un hp+18 in condizione gara (bf tra il 5 e il 7%).

Stimo, anche in virtù della linea estetica che caratterizza il corpo di Babacar, che questo sarà sufficiente per scalare una buona parte della montagna.

Di seguito, alcune considerazioni che ritengo importanti al fine della comprensione delle scelte fatte per l’allenamento di Babacar:

  1. FONDAMENTALI SEMPLICI
  2. STABILITÀ SETTIMANALE
  3. LIF

 

1.  FONDAMENTALI SEMPLICI

 

 

Babacar è un super-good-responder ai fondamentali semplici.

Con il termine “semplici” intendo dire che la risposta globale ipertrofica – inclusi dettagli muscolari e separazione – è ottima utilizzando unicamente Squat, Panca Piana e Stacco da Terra.

Senza apportare, durante la settimana, varianti di:

  • stance;
  • fermi lunghi;
  • ROM.

 

SPECIFICO CHE questa cosa NON è vera su tutti i soggetti, anzi moltissimi atleti (vedi Zanutto, Matteo Petrucci, Andrea Vasellini) beneficiano anche di un cospicuo lavoro complementare in fase di costruzione.

 

2.  STABILITA’ SETTIMANALE

 

Babacar risponde bene a stimoli allenanti che non differiscono troppo da seduta a seduta, soprattutto in termini di volumi (la qual cosa implica l’ovvia conseguenza secondo cui anche le intensità di carico siano sempre piuttosto ravvicinate).

Roba tipo PHAT sarebbe fatale.

Ad esempio, su una Panca Piana svolta con frequenza 3 avremo:

  • volume costante in tutte e 3 le sedute settimanali (variazione inferiore al 10% tra una seduta e l’altra)
  • intensità costante in tutte e 3 le sedute settimanali (variazione inferiore al 5% tra una seduta e l’altra)

 

Il volume e le intensità si possono evolvere di settimana in settimana, ma ciò che voglio sottolineare è la necessità di svolgere almeno 3 allenamenti consecutivi con un carico e un volume abbastanza costanti.
Quindi, ogni volta che affronto una settimana di allenamento, ripeto più volte quel tipo di allenamento con piccole variazioni di carico e volume.

Questa strategia “stabilizzata” in termini di stimolo settimanale è obbligata per quei soggetti che mantengono dimestichezza con il gesto motorio solo se ne compiono un ripasso continuo e frequente.

Quando ripassi, ti focalizzi su UNA materia, non su 10 diverse. Altrimenti non ricordi niente.

 

3.  LEARNING IN FIERI

 

Sebbene possa affrontare periodi in cui lavora “pesante” e con basse ripetizioni, Babacar mostra quello che io definisco Learning In Fieri (LIF), ovvero appartiene a quel gruppo di soggetti che necessitano di svariate RIPETIZIONI (svolte nella singola serie) per poter generare un movimento ottimale.

Costantemente, sempre, durante tutto l’anno di preparazione e su tutti gli esercizi, Babacar ha bisogno di svolgere svariate serie che prevedano 8+ reps.

Non vi è, nel soggetto in questione, una solida rappresentazione motoria aprioristica, ma anzi una REAZIONE a quelle che sono le difficoltà delle prime ripetizioni, ottimizzandone, di conseguenza, le rimanenti.

Questo comporta la necessità di ampio utilizzo, nei fondamentali, di ripetizioni medio-alte (8-12) per tutta la durata della preparazione. Ciò rimane vero anche durante le fasi prettamente dedicate al lavoro neurale: l’allontanarsi per alcune settimane dalle serie più corpose provoca un decadimento della qualità del movimento che non è aggirabile se non reintroducendo lavoro in range 8-12.

Ciò di cui parlo è molto ben osservabile qui:

 

 

Le ripetizioni acquisiscono ritmo e precisione DURANTE lo svolgimento della serie.

Babacar si serve delle prime ripetizioni per tararsi in modo corretto, ed esegue quelle successive come conseguenza delle prime. Si noti la confidenza che matura dopo le prime 4 ripetizioni, e l’aggressività aumentata nel primo tratto di discesa.

Stessa cosa dicasi riguardo la Panca:

 

 

La velocità di discesa e il conseguente controllo migliorano con il passare delle ripetizioni.

Questa caratteristica (LIF) non è assolutamente comune a tutti gli atleti, e quando è presente va tenuta in grande considerazione, pena la scarsa efficacia di protocolli prettamente neurali o il decadimento tecnico per quegli intervalli di tempo in cui si usano solo basse ripetizioni.

Stiamo parlando di un soggetto che è molto coordinato ma che sviluppa tale coordinazione NELLA SEDUTA, anzi NELLA SERIE.
Reps medio-alte tutto l’anno per Babacar.

 

 

— SULLA TECNICA —

 

 

 

“Ognuno è diverso.”

Questa frase è tipica di chi vuole giustificare l’assenza di regole nel proprio modo di lavorare.
Cioè: dato che non sono in grado di trovare regole comuni, mi arrocco nella posizione secondo cui in realtà ognuno ha le proprie regole biologiche e strutturali.

Le persone, in realtà, sono tutte molto simili.

E sono solo pochi quegli aspetti differenti che REALMENTE richiedono pratiche allenanti differenti.

Le persone sono uguali al 99% e quell’1% di differenza dev’essere oggettivato, reso misurabile e pesato nella sua reale rilevanza in ambito pesi.

Magari io sono diverso da te riguardo ad alcuni fattori, che però non hanno rilevanza nel modo in cui io mi devo allenare.
E nonostante io sia antropometricamente e metabolicamente differente da te, potrei dovermi allenare in modo molto simile a te.

ORA,

questo articolo non vuole arrivare a conclusioni generali, ma piuttosto far ragionare sulle particolarità strutturali OGGETTIVE di Babacar, che rendono sostenibili soluzioni motorie potenzialmente atipiche e – allo stesso modo – ne escludono altre.

 

 

1.  TALENTO

 

 

Se c’è UNA cosa, più di tutte, che è universalmente rilevante quando si parla di tecnica, è la capacità di essere costanti.

Di seduta in seduta, essere in grado di sviluppare sempre lo stesso movimento.
Ma attenzione! Non tutto è comandato dalla volontà, dallo studio, dall’applicazione, dalla precisione.

Ci sono cose che non scegliamo noi.
(Anzi: nel muovere pesi, buona parte delle nostre azioni non sono volontarie.)

Per essere costanti tecnicamente, un fattore diventa centrale: il recupero.

Il recupero delle strutture non contrattili.

Il “quanto il mio corpo subisce strutturalmente l’allenamento”.
In quanto tempo riesco a rinsaldare le strutture più o meno compromesse dalla seduta precedente?

This makes a HUUUUUGE DIFFERENCE.

Questo fattore, il recupero, fa una differenza GIGANTESCA su quanto puoi essere costante tecnicamente.

A livello motorio e di prestazione, posso affermare con certezza che il vero vantaggio di Babacar è il recupero MOLTO veloce dopo sedute impegnative. Che si parli di alti volumi o di alte intensità, il recupero è sempre veloce. Infiammazioni muscolari e DOMS praticamente assenti.

Quindi, ogni volta che mi metto sotto allo Squat il mio corpo è pronto, proprio come la volta precedente.
Ed ecco qui un passo avanti.

Su altri soggetti (anche molto predisposti alla crescita) vi sono invece impedimenti dovuti ad un recupero parziale da seduta a seduta. E anche se mi allenerò leggero per favorire il recupero, il mio corpo metterà in atto una tecnica diversa, poiché certe strutture non sono ancora al 100%.

In questo, quindi, posso dire che certamente Babacar rappresenta un’anomalia: la velocità di recupero.
Influenzata certamente dall’alimentazione e da fattori ambientali (recupero, tipologia di occupazione lavorativa), ma la genetica si fa sentire tantissimo su questo aspetto.

 

2.  QUANTITÀ DI MUSCOLI E LORO DISTRIBUZIONE

 

 

Su soggetti molto muscolosi le valutazioni di bontà tecnica devono essere differenti rispetto alla media degli atleti.

La valutazione riguardo la correttezza tecnica di un movimento sotto carico deve essere relazionata alla QUANTITÀ DI MUSCOLI di cui dispone il soggetto che stiamo esaminando.

Alcuni esempi:

 

  • A soggetti che dispongono di uno sviluppo dorsale molto pronunciato non solo è concessa una flessione della schiena più marcata durante uno Stacco da Terra, ma addirittura in certi casi è doverosa, consigliata in termini meccanici e addirittura più sicura.
    Cosa che in generale è invece da evitare su soggetti più longilinei.

 

  • A soggetti molto corpulenti, con pettorali molto sviluppati e il torace spesso, è consigliabile un affondo del bilanciere nel torace durante l’esecuzione della Panca Piana. Perdendo pressione dalle mani a favore di un appoggio del bilanciere sul petto.

 

Dato che Babacar dispone di uno sviluppo muscolare notevole e distribuito su un’altezza non elevata (offseason è oltre 90kg per 1,67m), rientra certamente in quei casi che sono da valutare secondo più fattori, ragionando bene prima di avere un parere su “che tecnica dovrebbe usare”.

Attenzione: non dico che certe cose siano “passabili” se uno è grosso.

Dico che se sei grosso in punti strategici DEVI TASSATIVAMENTE sfruttare tale sviluppo muscolare per mettere in atto un‘esecuzione che – se tu non avessi quei muscoli specifici molto sviluppati – sarebbe non praticabile o non sicura.

 

 

3.  EVOLUZIONE

 

Babacar è Campione del Mondo, quindi quello che fa è giusto.

No.

ASSOLUTAMENTE NO !

Guardiamo questo video di 4 anni fa:

 

 

Questo esercizio è sostanzialmente sbagliato (proprio quell’anno vinse il suo primo mondiale).
Dalla visione del video è infatti possibile riscontrare incongruenze che ne limitano l’efficacia:

  • scapole forzatamente addotte per tutta l’escursione (la loro adduzione deriva da un atteggiamento  passivo di non-resistenza al pavimento);
  • addome passivo e allungato;
  • posizione del bacino errata, a causa dei punti precedenti;
  • articolazione della spalla vincolata al tronco in posizione fittizia;
  • azione del Gran Dentato compromessa dalle scapole forzate in adduzione passiva;
  • muscoli Pettorale e Deltoide Anteriore fortemente limitati in termini di stress meccanico diretto
    (basti verificare come siano incapaci di prendere correttamente la negativa).

 

Ora, gli atteggiamenti sotto carico che riguardano un’asse preferenziale X e le articolazioni A, B, C, D si ripresentano in modo automatico in tutti quegli esercizi che condividono parametri simili.

I vizi (le abitudini) si manifestano in tutto ciò che è assonante.

Ovvero: se i miei piegamenti a terra presentano certe problematiche, è fortemente probabile che in Panca Piana mi si presentino problematiche simili.
Non necessariamente identiche: simili.

E questo vizio di essere passivo di scapole Babacar ce l’ha sempre avuto.

Si guardi questa Panca risalente al 2017:

 

 

E la si confronti con questa, attuale (2021):

 

 

Differenze apprezzabili:

 

 

A) Assetto scapolare/toracico in partenza e in discesa

 

 

Nel Video del 2017 abbiamo torace molto alto e scapole addotte PRIMA di partire.

Nel Video del 2021 abbiamo un torace che rimane solido ma neutro, non forzato in estensione.

 

 

Questo fotogramma ci mostra chiaramente come il torace di Babacar, quando egli giace fermo a braccia tese prima di scendere, veda un’estensione progressiva che segue l’asse dettato dal bacino. Nessun punto che si inarca improvvisamente da un centimetro all’altro, nessuna linea spezzata, nessuna cuspide, quindi accumuli di tensione ridotti al minimo.Tale atteggiamento viene positivamente trasportato in arrivo al petto:

 

 

Se paragoniamo questo fotogramma con quanto accadeva nel 2017, ci accorgiamo di come al tempo vi fosse invece più forzatura in estensione a carico della parte alta del torace, e un addome passivo in allungamento.Detto in modo grezzo: era impettito e ben inarcato, ma poco coeso tra upper body e lower body.

 

 

Moltissime persone incorrono in questo errore, penalizzando non solo la propria performance in Panca Piana, ma imparando erroneamente a disgiungere upper e lower finiscono per subire effetti negativi anche in Squat e Stacco da Terra, dove il CORE ha un ruolo ovviamente centrale.

 

B) Polsi – posizione di partenza

 

2017, estesi già in partenza. Le scapole addotte in modo passivo il torace troppo alto portano a questa conseguenza:

 

 

Su chi ha braccia lunghe, un polso già esteso in partenza PUÒ impedire all’omero di extra-ruotare a sufficienza durante la discesa, finendo per corrompere la tenuta strutturale e causando malessere e perdita di controllo in discesa.

 

 

2021:

 

 

Infatti in discesa l’omero extra-ruota visibilmente in maniera congiunta alla estensione del polso.Come dicevo poc’anzi, se noi partiamo con i polsi già flessi (video 2017) corriamo il rischio di interrompere questo ritmo naturale polso-gomito-spalla.Il polso, nel caso specifico di Babacar, deve avere la possibilità di estendersi (discesa) e flettersi (salita).

 

SPECIFICO CON CHIAREZZA
Quanto appena trattato NON rappresenta una necessità per tutti i soggetti, ma nel 90% dei longilinei è da tenere in considerazione.

 

 

C) Azione di stabilizzazione delle gambe

 

Nel video del 2017, a causa di un’eccessiva attività scapolare e una conseguente debolezza del core, le gambe hanno l’unico effetto di aumentare l’arco toracico prima di staccare il bilanciere. Una cosa abbastanza inutile se dopo si deve maneggiare un carico pesante.
Non stabilizzano, e si attivano ON-OFF, a scatti.
Prima di staccare, il torace si alza e si abbassa come conseguenza a queste gambe che non hanno ruolo ben definito.

Nel video del 2021 si nota invece, prima di partire e fino al secondo 04, che gli arti inferiori rivestono un ruolo importante nell’ancoraggio a terra e nella costruzione di un’impalcatura solida pre-discesa.
Gambe che fanno lavorare BENE il torace e lo mantengono fisso. Questo ha senso.

 

D) Azione attiva delle gambe

 

Nel Video del 2017, dato che durante il setup le gambe sono state chiamate in causa solo per motivi di assetto e non di stabilità, svolgeranno un ruolo marginale in arrivo e in ripartenza dal petto.Nel Video del 2021 cogliamo chiaramente come la gamba si sobbarchi parte della forza necessaria ad ammortizzare l’arrivo del bilanciere al petto. Se il carico fosse più alto rispetto a quanto mostrato in video, parteciperebbero anche al guizzo in ripartenza.

 

E) Livello di abbandono del bilanciere al petto

 

“Non devi mai perdere il bilanciere”
“Il bilanciere deve sfiorare e non affondare”
“Il petto deve rimanere alto quando il bilanciere si appoggia”

 

—> Se hai le braccia molto lunghe
—> Se non sei un circense in grado di super-inarcarsi riducendo a dismisura il ROM
—> Se ambisci a tirare fuori qualcosa di decente dalla tua Panca

ALLORA

Devi rivedere i concetti citati qui sopra.

 

li>

Jake Amendola, uno dei panchisti Drug-Tested più forti al mondo, spara 257kg con un chiaro affondo del bilanciere sul petto.

 

Babacar arriverà gradualmente a soluzioni di questo tipo (certo non identiche, ma di questa natura).

Dal Video del 2021 si può capire, anche paragonandolo al precedente, che stiamo percorrendo una strada promettente in tal senso.

 

 

MA… RIFLETTIAMO UN ATTIMO.

 

Tutto questo lo si vede prendendo in esame la sola Panca Piana.

Ma nell’allenamento gli esercizi sono tanti.

Proviamo a pensare all’enorme miglioramento a cui si va incontro se si implementano in questo modo tutti gli altri movimenti. Per anni di lavoro. Si avrà un risultato incredibile.

La differenza tra essere semplicemente talentuoso ed esprimere il proprio 100% passa anche da qui.

 

– TECNICA ATTRAVERSO IL PROGRAMMA –

 

Nel mio nuovo libro “Powerlifting 4 Naturals”, in uscita nel 2022, ho dedicato un intero capitolo a questo argomento: La Tecnica si insegna?

Come si insegna? La Tecnica è qualcosa che l’allenatore conosce e poi la trasmette all’allievo? La si insegna con le parole?

È tema centrale: quando Meccanica, Fisiologia, Meccanismi di memoria, Pedagogia e Linguaggio si fondono in una necessità finale, dobbiamo stare molto attenti a non rendere banali i nostri comportamenti.

 

 

LA GRANDE TRAPPOLA

 

 

Con tutte le nozioni oggi accessibili grazie alla rete, può infatti oggi sembrare facile da parte di un allenatore:

  • capire le regole da rispettare nei movimenti sotto carico;
  • individuare un errore tecnico su un soggetto reale;
  • correggere un errore tecnico su un soggetto reale.

 

So la tecnica giusta dell’esercizio X, individuo l’errore, insegno. E’ fatta.

Tuttavia, il gioco è PARECCHIO più complicato di così. La messa in atto di correzioni tecniche viene infatti erroneamente considerata come un insieme di azioni elementari: ordini a cui l’esecutore obbedisce.

Ad esempio:

  • stai dritto
  • carica questo muscolo
  • fai queste 5 cose

Questo approccio funziona per pubblicizzare la vendita di un prodotto o di un corso.
Effettivamente è allettante: vuoi imparare come si fa lo Squat? Ecco qui, facile, queste sono le regole, in un giorno impari.

Ma questo approccio non trova riscontro poi nella vita reale, quando ci troviamo di fronte ad un allievo che deve migliorare veramente.

E più si alza il livello delle persone con cui abbiamo a che fare, più questo “approccio semplicistico”, fatto di tricks e sotto-ordini, risulta poco efficace e promotore di infortuni.

Quindi?

La chiave di volta è l’utilizzo del PROGRAMMA al fine di modificare o implementare la tecnica di esecuzione.

Mi spiego: anziché dare ordini o eseguire compiti imposti dall’esterno, viene sviluppato un programma di allenamento che INDUCA il soggetto – spesso inconsciamente – alla modifica dei suoi atteggiamenti durante l’esercizio.

Il programma viene costruito SPECIFICAMENTE per indurre il soggetto all’implementazione tecnica.

Perché questa cosa è più efficace rispetto all’ “insegnare la tecnica”?

Perché La Tecnica dev’essere una SCELTA.
Una scelta messa in atto dal soggetto. Non un’imposizione.

La “Tecnica migliorata” è una scelta di modifica dei propri atteggiamenti sotto carico per far fronte all’obbiettivo che si ha davanti.

Se il mio allenatore mi dice di “caricare i femorali” durante uno Squat, non svilupperò mai uno Squat naturale.
Non farò mai IL MIO SQUAT.

Mentre se il mio allenatore mi fornisce un piano di allenamento che mi metta di fronte a SPECIFICHE difficoltà, allora io adatterò il mio modo di fare Squat in relazione alle difficoltà incontrate.

 

 

Le correzioni tecniche necessarie a questo Stacco non saranno da me suggerite, né imposte.
Il programma, facendo il suo corso, indurrà Babacar ad un’evoluzione tecnica naturale.

 

 

LE FASI DELLA CORREZIONE TECNICA:

 

  1. L’allenatore individua criticità in un movimento.
  2. L’allenatore crea il programma.
  3. Il programma è svolto dall’allievo.
  4. L’allievo si trova di fronte a determinate difficoltà, progettate ad hoc.
  5. L’allievo modifica la propria Tecnica per far fronte a tali difficoltà.
  6. L’allenatore compie piccoli ritocchi ma senza impartire ordini primari.
  7. L’allievo sviluppa una Tecnica sicura e naturale.

 

 

Lo SVILUPPO NATURALE delle proprie abilità, sbloccando il potenziale di crescita muscolare e di prestazione: questo è il vero, grande, vantaggio del saper usare il programma con fini di evoluzione tecnica.

Metto il soggetto nelle condizioni di EVOLVERE AUTONOMAMENTE la propria tecnica di esecuzione. Tale evoluzione nasce da una chiara, percepita necessità di cambiamento al quale io l’ho messo davanti.

Così si diventa atleti esperti, e non semplici esecutori di ordini impartiti dall’esterno.

 

— CONCLUSIONI PARTE UNO —

 

Bene il talento, bene il fatto che i neri hanno i muscoli a palla. Bene la vita stretta.

Ma qui la sfida è altissima e c’è da pedalare. Le cose da fare sono tantissime, allenamento, studio. Richiedono tempo.

Prima di affrontare la PARTE DUE di questo articolo, dove affronteremo gli schemi, i numeri e le progressioni del Progetto Olympia per Babacar, era importante analizzare le particolarità di prestazione e motorie di questo Superman.

Ma non solo: per capire l’Atleta, bisogna guardare le sue scelte.

Il Natural va oltre l’agonismo.
E’ un modello di ragionamento.

Alla prossima settimana.

Vota l'articolo